REPORT, I casali si Gonfiano di Braccianti….

 

REPORT, I casali si Gonfiano di Braccianti….

 

Gervasio Ungolo 16 ago 2012

 Questa mattina, in giro per i casali nell’agro di Palazzo San Gervasio. A dire il vero ero ad incontrare A. che conosco da alcuni anni. E’ arrivato da qualche giorno da Napoli, prima era a Rosarno a lavorato fino a maggio in Calabria. L’ho sentito qualche giorno fa quando mi ha chiamato per dirmi che era arrivato a Palazzo San Gervasio e che voleva salutarmi ma non riusciva a dirmi dove fosse il casale che lo ospita. In questo casale paga l’affitto, ha l’acqua del pozzo e la corrente elettrica, ma va bene per uno che lavora e lui è uno che lavora. Lo incontro alla Fontana del Fico è appena sceso dal furgone che lo accompagna nei campi. È molto dimagrito, lui fa il Ramadam, non mangia e non beve di giorno dal venti di giugno e dovrebbe terminare il 20 di agosto. Entra in macchina e lo accompagno verso la sua dimora. Poco prima di arrivare nei campi si vedono fila di Nuovi Braccianti con le taniche in testa, in fila indiana che si avviano verso  un gruppo di 6 casali, uno vicino all’altro. Gli chiedo chi sono e perché così lontano da Boreano  “Quest’anno a Boreano hanno chiuso i casali, non è più possibile andarci così ci siamo accampati qui”. Gli chiedo se mi accompagna a conoscere questi nuovi ospiti così facciamo una deviazione, giriamo a destra verso una strada sterrata ancora qualche kilometro ed eccoci nella pancia di queste nuove dimore. Dall’esterno ci sembrano pulite anche se diroccate, alcune hanno anche delle porte interne, nel primo casale quattro-cinque braccianti sono seduti fuori  sotto il portico al fresco, altri intanto arrivano con le taniche in testa, altri ancora si affacciano dalle finestre dei casali vicini. Buongiorno, come va? Sembra essere la domanda di turno il loro sguardo e perplesso immagino che anche loro si fanno sempre la stessa domanda vedendomi arrivare: e questo mo’ che vuole? Mi presento e presento velocemente l’OMB e il nostro lavoro, mi faccio dare una penna per scrivere il numero di telefono sul muro all’entrata del casale, gli dico dove andare a prendere l’acqua, e così via. In questo primo casale sembrano tutti burknabè. Passo a quello vicino e intanto altri lavoratori arrivano, in questo primo gruppo di casali adesso saranno un centinaio ad abitarci. Il secondo casale che visito e formato da una famiglia ganese. A. mi avverte che questi parlano inglese. Il ragazzo che esce e mi viene incontro mi dice che li abita lui, sua sorella e altri della sua famiglia. Anche lui è perplesso vedendomi. Gli dico che se ritiene necessario possiamo venire con i legali e spiegargli come funziona la nuova sanatoria (DLG 109). Ci avviamo quindi al casale dove abita A. commentando quello che potrebbe servire nell’immediato e come fare per persuadere i proprietari dei casali a non mandarli via. Arriviamo in un casale di nuova ristrutturazione abitato soprattutto da Sudanesi ma si scorge anche qualche magrebino. Mi dice A. che qui ci sono diverse nazionalità, ci sediamo e mi presenta suo nipote, il figlio di un suo fratello arrivato da circa un anno in Italia. Ci scambiamo alcune battute sulla sorte di questi uomini e lui mi dice che farebbe a meno di competere con le “macchinette” (Macchine Raccoglitrici) e che lascerebbe a queste di raccogliere tutto il pomodoro ma purtroppo non può farlo perché servono i soldi per vivere…  ..

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