da ADUC: Tavolo asilo, inadeguata la gestione dell’emergenza Nord-Africa

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24 dicembre 2012 10:36
Restano tutti aperti i problemi relativi all’emergenza Nord Africa ereditati dal governo Berlusconi”: e’ quanto denuncia il Tavolo nazionale Asilo formato dalle associazioni Arci, Asgi, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, Cir, Fcei e Senza Confine, per le quali “ben poco e’ stato purtroppo realizzato dall’attuale governo e dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, per far fronte con tempestivita’ a una situazione che si trascina da troppo tempo, senza una programmazione efficace e lungimirante degli interventi necessari a garantire un sistema d’accoglienza certo ed equilibrato per i profughi arrivati ormai piu’ di un anno fa, soprattutto dalla Libia in guerra”. Invece, “si e’ scelto di scaricare sui territori e sui profughi le conseguenze negative di una perdurante inadeguatezza nella gestione dei problemi. Del tutto ingiustificato – sostiene il Tavolo Asilo – e’ stato in particolare l’enorme ritardo con il quale il governo in carica solo a fine novembre ha deciso di riconoscere la protezione umanitaria ai profughi, nonostante tutti gli enti di tutela avessero lanciato l’allarme sulla gravita’ della situazione gia’ in febbraio”. La gestione dell’emergenza Nord Africa, cosi’, “ha comportato un incredibile spreco di risorse che, gravando sulla spesa pubblica in un momento di crisi come questo, rischia di alimentare il razzismo e l’ostilita’ verso gli stranieri”. Le associazioni ed enti del Tavolo nazionale Asilo sottolineano poi “il costante atteggiamento di non ascolto tenuto dal Viminale che, piu’ volte sollecitato ad un incontro, non ha mai risposto”. Per le associazioni, “il tardivo avvio della procedura di riesame delle domande di asilo inizialmente rigettate impedisce la rapida definizione dello status giuridico di migliaia di persone, ostacolando di fatto l’avvio di un percorso di integrazione sul territorio”. Il Tavolo nazionale Asilo richiama dunque “l’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e delle istituzioni nazionali sul rischio concreto che ulteriori rinvii nelle scelte per una dignitosa e giusta soluzione dei problemi legati all’accoglienza e all’uscita dai percorsi fin qui attivati nell’ambito dell’emergenza Nord Africa producano danni cosi’ estesi da compromettere persino nel breve termine l’evoluzione dell’intero sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo in Italia”. Arci, Asgi, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, Cir, Fcei e Senza Confine, “sulla base della propria specifica e consolidata competenza in materia di diritto d’asilo”, rivolgono “un pressante appello alle autorita’ centrali affinche’ si emani una circolare per chiarire che il permesso di soggiorno per motivi umanitari riguarda tutti i profughi dell’emergenza Nord Africa, in accoglienza o meno, con o senza domicilio); con la fine dello stato di emergenza previsto al 31 dicembre, tutti gli interventi di accoglienza in essere vengano comunque garantiti almeno fino al termine del periodo della c.d. emergenza freddo al 30 marzo), per evitare drammatiche conseguenze sociali, scaricando nel pieno dell’inverno sui territori la disperazione di migliaia di persone senza abitazione e senza lavoro”. Inoltre, per il Tavolo nazionale Asilo, “considerando la profonda situazione di incertezza dei profughi sul proprio futuro, e’ necessario che le autorita’ competenti forniscano informazioni precise e uniformi in tutti i centri di accoglienza. Nel passaggio alla gestione ordinaria dell’accoglienza, dev’essere privilegiato il trasferimento dalle strutture alberghiere o para-alberghiere verso strutture gestite da enti con provata esperienza in questo ambito, dando priorita’ a famiglie e vulnerabili”. Chiedono ancora le associazioni: “Sia resa possibile una gestione piu’ flessibile delle risorse residue destinate all’accoglienza, utilizzandone una parte, sotto forma di servizi finalizzati a completare percorsi individuali di inclusione sociale, con una programmazione di area; venga adottato un programma specifico di prosecuzione degli interventi di accoglienza e tutela per le situazioni maggiormente vulnerabili e verso i nuclei familiari; vengano mantenute e incentivate le misure di rimpatrio volontario, con adeguati strumenti di reinserimento nei Paesi di provenienza”.

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