«Volevamo braccia e sono arrivati uomini» era il titolo del dossier presentato da Amnesty International nel 2012. Il “sistema” chiedeva manodopera da sfruttare al costo più basso possibile. Arrivavano invece esseri umani dotati di storie personali e dignità. Una cosa impensabile appena duecento anni fa, quando le navi negriere attraversavano l’Atlantico per trasportare schiavi dall’altra parte dell’oceano. Qualcosa di molto simile a quanto sta avvenendo nella nostra epoca tra una sponda e l’altra del Mediterraneo. Gli unici cambiamenti intervenuti nel frattempo sono stati il cabotaggio degli scafi, il fatto che i migranti non provengono più solo dall’Africa e la necessità ufficialmente riconosciuta della migrazione: prima gli schiavi li ammazzavano durante il rapimento, oggi invece li ammazzano in un modo più “soft”.
E allora quelli di Amnesty International, l’organizzazione che si occupa di diritti umani a livello internazionale, hanno deciso di predisporre un secondo dossier dall’eloquente titolo: Lavoro sfruttato due anni dopo — il fallimento della «Legge Rosarno» nella protezione dei migranti sfruttati nel settore agricolo in Italia.
La «legge Rosarno», per intenderci, ….
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