“Il potere dell’oro rosso”: un incontro possibile nel segno del pomodoro

527875Il cortometraggio di Davide Minnella, con il sostegno di Fondazione con il sud, racconta il rapporto inizialmente burrascoso tra un burbero contadino del sud e il giovane Asad, bracciante africano che lavora il suo campo.
ROMA – Rocco, un contadino burbero che con cappello e canottiera sta zappando la sua terra nel suo campo, è colpito da mal di schiena fulminante e il medico gli ordina riposo assoluto. E per essere certo che Rocco rispetti la prescrizione, il dottore gli procura, oltre alla ricetta, anche un sostituto per il lavoro nei campi. Pelle nera, canotta bianca, treccine rasta corte sulla testa, quando Asad mette piede nella masseria e si avvicina circospetto al letto di convalescenza di Rocco, quest’ultimo lo accoglie a male parole. Per disprezzo verso l’“uomo nero”, nasconde perfino la foto dei genitori, che tiene sul comodino accanto a quella di Nicola di Bari.

L’amore del contadino per il suo campo di “oro rosso”, – come Rocco chiama i suoi pomodori – è paragonabile solo alla sua enorme misantropia, che si somma a ignoranza, razzismo, e pregiudizi verso il suo futuro collaboratore di pelle scura. Ma se i pomodori devono essere pronti, come ogni anno, a ferragosto, non gli resta che fare buon viso a cattivo gioco. “Tu devi parlare con la zappa”, intima Rocco ad Asad.
Quello che accadrà al campo e all’inedita convivenza tra i due, interpretati da Paolo Sassanelli e Moda Joao, lo racconta in venti minuti il cortometraggio “Il potere dell’oro rosso”, diretto da Davide Minnella e realizzato con il sostegno dellaFondazione con il sud.

Minnella gioca con i luoghi comuni e con le citazioni cinematografiche. Rivisita il bagno di rose rosse di American Beauty, e la scena madre del duello vista in decine di film western. Accentua fino alla caricatura i pregiudizi di Rocco, e carica di stereotipi, di segno opposto, anche la figura di Asad, presentato come un laureato in ingegneria ambientale, culturalmente superiore al suo datore di lavoro. Tra una citazione e l’altra, i fogli del calendario scorrono, Asad cura la casa e le piantine, e man mano che il verde dei frutti comincia a trasformarsi in rosso, sale anche la fiducia reciproca tra i due membri della strana coppia.

 

Il cortometraggio è stato realizzato con l’Accademia del Cinema ragazzi di Enziteto, in periferia di Bari, una scuola di cinema gratuita anch’essa finanziata dalla Fondazione con il sud. Ed è sempre alla Fondazione che ci si può rivolgere per organizzare proiezioni tra scuole, università o rassegne, dopo l’anteprima della scorsa settimana alla Festa del cinema di Roma, nella sezione parallela “Alice nella città”.

Con il suo immancabile lieto fine, “Il potere dell’oro rosso” strappa sorrisi e fa sognare incontri tra culture nati dall’amore per la terra. Storia troppo improbabile in un latifondo, dove i pomodori li raccolgono troppo spesso braccianti sfruttati e ridotti quasi a numeri, la vicenda di Asad e di Rocco è certamente, in parte, già realtà in tante situazioni più piccole: non solo nei campi, ma tra cantieri, case e posti di lavoro, dove la conoscenza e la cura per quello che si fa sono riusciti a rompere i pregiudizi.

Ben curate la fotografia e la parte tecnica, da non perdere la cover di “Il cuore è uno zingaro” di Nicola di Bari eseguita dagli “Aprés la Classe” per i titoli di coda. Dopo la visione del corto resta però un dubbio: forse venti minuti erano troppo pochi, ma quanto manca, ancora, perché l’Italia multiculturale sia una realtà da raccontare nella sua complessità, senza bisogno di semplificazioni rassicuranti? Il lavoro resta comunque divertente e godibile, interessante da utilizzare, in particolare nelle classi, come punto di partenza per una discussione più ampia sulla filiera dei prodotti agricoli, i pregiudizi e lo sfruttamento del lavoro migrante.

Fonte: Redattore Sociale