I silos per l’olio. Il capannone. La cartiera. La fabbrica della Fanta. Le tende fredde del Ministero dell’Interno. I container da dopo terremoto. Le casupole sfondate in campagna. Il più strano di tutti, nella sua normalità, un appartamento vicino la stazione. Sono le tipologie abitative degli africani impegnati nella raccolta delle arance
Rosarno (RC) – Negli ultimi otto anni ho visto tutte le tipologie di “abitazioni” usate dagli africani per la raccolta delle arance a Rosarno. A volte ho dormito lì, spesso ho mangiato con loro. Storie incredibili come quelle della rivolta contro la violenza mafiosa nata nei tubi di alluminio. Situazioni al limite della sopravvivenza. Ma sempre vissute con dignità.
Ritorno al passato
Sauro è appena stato in Sudan. È un operatore bolognese di Emergency. Appena scesi dall’auto mi indica il capannone. Un cubo di cemento senza finestre, senza proprietario – nessuno sa indicarcelo – senza corrente elettrica. Teli di plastica nera impediscono al freddo di entrare. È la casa di oltre seicento africani. Vengono da Ghana, Senegal, Gambia. Ancora una “fabbrica”. La memoria ritorna a otto anni fa.

Il capannone occupato da un mese nella zona industriale (2014)
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