La Basilicata che accoglie e quella che respinge – a cura dell’Osservatorio Migranti Basilicata

La Basilicata che accoglie e quella che respinge

A cura dell’Osservatorio Migranti Basilicata – Gervasio Ungolo – 11 ott 2016

Che strano caso è la Basilicata, l’OMB non può che condividere l’aumento delle quote e il superamento di quell’uno per cento che vale nelle altre regioni d’Italia. Si da noi i numeri  hanno un peso diverso rispetto alle altre regioni d’Italia, vuoi per la sua grandezza geografica  che per i suoi numeri demografici: tutta la Basilicata è un piccolo pezzo di Bari o se vogliamo delle città metropolitane.foto-sgombero-boreano-nastro-con-polizia-dscn0717

Per cui quell’un percento è stato facilmente superato tanto che oggi si attesta su gli oltre duemila migranti richiedenti asilo ospitati nei tanti centri (CAS) o progetti SPRAR.

“Dateci più Migranti” titola il quotidiano La Stampa, riferendosi alla nostra regione,  e snocciola qualche numero con enfasi: 2240 Richiedenti Asilo ospitati in tutta la Regione; 185 minori non accompagnati; diamo lavoro a 44000 migranti di cui al 90% hanno un contratto; oltre la metà lavora in agricoltura;  un lavoratore su 10 lavoratori lucani è straniero; Il lavoro dei migranti rappresenta il 13% della forza lavoro totale; nel metapontino su 34 000 lavoratori, 14 mila sono stranieri; 460 gli operatori lucani impiegati nella filiera dell’accoglienza e 55 i comuni che hanno accettato di ospitare i migranti.

Una “performance” che farebbe invidia a qualsiasi altro settore produttivo…..

Ma allora ci chiediamo è un probabile settore produttivo sul quale vale la pena spendersi? Be se questi sono i numeri vediamo che il settore vale circa 67.200  euro al giorno e che all’anno equivalgono a 24 milioni di euro… Si è un settore produttivo e vale più degli altri vista la sua crescita con un giro di partita tale che i proventi sono tutti diretti verso gli autoctoni.

Ma possiamo solo fermarci a questo?  La merce in questo caso sono uomini, donne e bambini che a breve, si spera, avranno un permesso di soggiorno e si riverseranno nel mondo del lavoro, quello reale, fatto di baracche, si ritroveranno a percorrere una regione nel quale mancano servizi e soprattutto mancano servizi dedicati.

E questo lo sanno i braccianti di Boreano, i quali oggi hanno appena finito di raccogliere gli ultimi frutti e si stanno preparando per altri luoghi per la raccolta degli agrumi eppure le politiche su questi uomini che producono ricchezza, quella vera, quella non edulcorata dai trasferimenti dello Stato ma dalla fatica delle braccia sono ancora sotto assedio da parte delle politiche della Task Force regionale, non di poco tempo le lettere che i Sindaci dell’area Vulture Alto Bradano hanno ricevuto per convincerli ad emanare ordinanze di sgombero dai casolari e dai ghetti che questi sono costretti ad erigere proprio per la mancanza di politiche adeguare su casa, trasporto, lavoro, servizi sociali e cittadinanza.

Una regione strana la nostra o forse una regione che punta al continuo assistenzialismo anche e al costo di utilizzare gli ultimi della terra? Accolgo chi mi porta risorse economiche assistenziali e quindi i profughi e respingo chi crea ricchezza reale per i quali devo fornire servizi?

Non possiamo che accogliere, comunque la lettera di don Pino, arcivescovo di Matera, e chiedere che si aprano le porte all’accoglienza all’interno delle famiglie lucane soprattutto per i minori non accompagnati e si mettano a disposizione case per chi scappa dal proprio Paese.