Bracciante africano allontanato dal Centro di Accoglienza di Venosa dopo aver partecipato alla presentazione del Dossier Statistico IDOS 2016
Ieri, 27 ottobre la giornata non era metereologicamente delle migliori. Ma l’autunno è già qui anche se non si percepisce per le temperature miti.
Di buon ora siamo partiti per raggiungere il capoluogo di provincia. All’università della Basilicata si tiene la presentazione del Rapporto IDOS 2016 curato per la parte regionale dall’Osservatorio Migranti Basilicata. Non si parte prima se non si passa dal centro di accoglienza per braccianti di Venosa e dopo aver preso Amid (nome di fantasia) e una nostra operatrice. Tuto pronto per percorrere le strade incompiute della nostra regione, la oraziana, tra curve, cantieri e asfalto viscido per la pioggia che cade copiosa. La sala è vuota al nostro arrivo ma presto si riempie di studenti, relatori, interessati che passano per avere la copia del rapporto che è gratuita solo per oggi (ieri per chi legge). Puntuale , per lasciar libera la sala di lettura dell biblioteca centrale dell’università termina la presentazione. I numeri saranno tutti oggi sul quotidiani. Al ritorno la pioggia non cenna terminare, arriviamo al centro di accoglienza di Venosa sotto una acqua scrosciante, ci salutiamo con Amid, ci facciamo le ultime raccomandazioni su quello da fare per i documenti di Amid che come tanti hanno bisogno di essere perfezionati. Un iter che ormai dura da anni dopo le tante promesse e i tanti protocolli firmati. Ma il suo problema non è grave, il suo come circa quello di una quindicina di braccianti è un permesso di soggiorno scaduto e poi non rinnovato perchè non riusciva ad avere una residenza. Ma questo serve a poco per lavorare nelle campagne perchè Amid è uno che ha lavorato nella raccolta del pomodoro e lavora ancora tutt’ora nei campi. Si riparte dal centro di accoglienza ma dopo pochi minuti Amid ci richiama: “non mi fanno entrare, gli operatori della Croce Rossa Italiana non mi fanno entrare. ”
Una breve retromarcia e siamo di nuovo davanti al cancello del centro di accoglienza. Chiavi che tintinnano aprendo e richiudendo il cancello di entrata. Si perchè dopo aver tolto il lucchetto con annessa catena la serratura del cancello è stata riparata e non si entra e non si esce se non dopo aver mostrato una micro tessera di carta con sopra un numero identificativo.
Amid e lì fuori con noi che chiediamo spiegazione di tutto questo. Purtroppo Amid non ha potuto regolarizzare i documenti anche dopo essere riuscito ad avere da parte dell’ufficio anagrafe un foglio che attesta l’inizio dell’Inter per avere la residenza alla via fittizia.
Tante le telefonate ad onorevoli, consiglieri regionali, avvocati, ma quel centro ormai è un buco nero dove non si capisce la catena dei comandi. E di nuovo con gli avvocati per capire la sua posizione, trovare un appiglio ma niente. Arrivano ormai le undici di sera e dopo essere fallito anche il tentativo di trovare un posto in un BeB perchè appunto non regolare non rimane altro che le campagne di Venosa, dove i braccianti continuano a vivere dopo lo sgombero di Boreano. Decidiamo così di passare dal centro e raccogliere quel poco che gli rimane per poter passare la notte nei casolari ed avere un poco più di riparo dal freddo. Anche qui la risposta che ci viene data è perentoria: Amid non può entrare perchè “clandestino”. Non ha i documenti in regola e nel centro di accoglienza non entrano chi non ha i documenti in regola. Preghiamo i volontari di andare loro a prendere almeno parte di quei quattro stracci ma nessuno di loro sembra voler prendersi la responsabilità di questo ultimo gesto umano. Allora non ci resta un ultima possibilità, quella di chiamare i carabinieri, di provare un tentativo di mediazione ultima, umana. Dall’altra parte del telefono un brigadiere con modi gentili ci dice che anche loro non hanno possibilità di accedere se non gli viene consentito questo da parte del Presidente della Croce Rossa Italiana (da leggerei coordinatore per il Bradano) E avrebbe fao lui un tentativo di rintracciare il Presidente della Croce Rossa Italiana e chiedere se Amid Poteva recuperare quello che è suo dal centro. Ci lasciamo con il brigadiere aspettando una telefonata che poi non è mai arrivata.
Ieri sera ci siamo resi conto che questo ennesimo centro di accoglienza per i migranti è un grande buco nero nel quale non si capisce la catena di comando ed in modo arbitrario opera fuori dalle regole ordinarie. Amid è entrato nel centro di accoglienza a maggio dopo che le notizie che gli sono giunte anche da parte di associazioni che operano a sostegno dei braccianti gli hanno assicurato che entrando in quel luogo gli sarebbero stati rinnovati i documenti. Amid, come tanti altri ha vissuto in quel centro da maggio nella speranza di ritornare ad avere un Permesso di soggiorno e solo oggi si sono resi conto che non ha i documenti in regola. Amid è stato cacciato a due giorni dalla chiusura del centro dopo aver partecipato alla presentazione del rapporto IDOS, fatto irriverente agli occhi di chi comanda la repressione dei migranti in questa regione. Ad Amid gli amici ancora nel centro gli hanno consegnato una coperta e delle ciabatte per la notte e lui è ritornato a ripopolare le nostre campagne.