“La Felandina”, il Comprensorio Industriale che fa Accoglienza.

Foto Archio OMB 8 gennaio 2019

Gervasio Ungolo – OMB Bernalda 14.03.2019  

I Numeri del Comprensorio Industriale “La Felandina” sono da capogiro… Un progetto del valore di 106 milioni di Euro che a regime doveva dare oltre 630 posti di lavoro. I fondi quelli della 488. 18 persone fisiche e 13 persone giuridiche indagate, 14 milioni di euro il danno erariale. L’indagine è iniziata nel 2001 e nel 2008 ha portato 11 ordinanze di custodia cautelare.

L’Area interessa una superficie di 70 ettari è ancora oggi posta sotto sequestro.

Attualmente “La Felandina” trova una sua collocazione nel panorama sociale della SS 106, la statale Ionica che collega la Puglia alla Calabria e che si estende su un territorio rurale altamente produttivo, interessata alla produzione della pregiatissima fragola Candonga apprezzata in tutto e sotto l’attenzione della criminalità.

Un’ area in cui l’agricoltura da lavoro tutto l’anno e il fenomeno della stagionalità è limitato a pochi mesi, grazie all’avvicendarsi delle diverse colture che permettono di avere una mano d’opera stabile anche se migrante per tutta la lunghezza della costa lucana e oltre.

Bernalda è il comune che più ne beneficia di questa mano d’opera, il centro abitato situato sulla collina interna e il suo territorio si estende fino al mare di Metaponto.

Ammettere che lo sviluppo dell’area si regge anche sulla mano d’opera immigrata permetterebbe di attuare piani di intervento sui bisogni che questa necessita in tema di lavoro e di lavoratori. Ma la strategia del negare: negare che non c’è mala vita organizzata ..; negare che non abbiamo bisogno di mano d’opera esterna; negare che lo sviluppo passa attraverso il lavoro, quello che organizza i bisogni dei lavoratori, che fornisce case e servizi essenziali, che interrompe la spirale del caporale quale unico sistema di reclutamento di braccia. Negare non aiuta “loro” e non aiuta “noi”.

Così continua il calvario dei lavoratori immigrati a meno di anno dalla chiusura dell’esperienze dei container che hanno ospitato la comunità dei sudanesi alle porte di Metaponto, esperimento partito nel 2011 e poi, a seguire quella della vecchia falegnameria occupata dai Richiedenti Asilo, non ha fatto altro che accentuare il problema e spingere sempre più i lavoratori richiedenti asilo fuori dal sistema di tutela.

La vecchia Falegnameria è stata sgomberata due giorni dopo che l’Osservatorio Migranti Basilicata ha incontrato il Sindaco di Bernalda Domenico Raffaele Tataranno, mentre si era alla ricerca di una soluzione per i Richiedenti Asilo che ospitava questa vecchia falegnameria… Tempestività e scarsa capacità di affrontare le problematiche o ancora negare.. dopo che il progetto, presentato dal primo cittadino alla Task Force regionale non aveva trovato fondi.

Oggi la questione ritorna, i Richiedenti Asilo impiegati in agricoltura non scompaiono ma si trasferiscono da un capannone all’altro, resilienti alle politiche di sgombero e di allontanamento perché anche per loro è il lavoro che fa la differenza e non le politiche securitarie.

Questa volta c’è una differenza, la società si organizza e nasce così il Comitato Civico “La Felandina”, “Nessuno vuole girare la testa dall’altra parte”, a dircelo è il portavoce del comitato che sono alla ricerca di una soluzione per portare l’acqua a questi lavoratori.