Maxi blitz nell’azienda agricola

1447590632484.PNG--una_legge_per_salvare__i_bracciantiSono arrivati senza alcun tipo di preavviso, per evitare che in qualche modo i braccianti potessero essere preparati a rispondere in modo concordato alle domande sullo sfruttamento e il caporalato. Ieri mattina il blitz inaspettato delle forze dell’ordine ha interessato un’azienda agricola di Sabaudia, tra le più attive nell’agro pontino, nell’ambito dell’ispezione effettuata dalla senatrice Camilla Fabbri, presidente della commissione d’inchiesta parlamentare per gli infortuni sul lavoro.
Una situazione apparentemente normale quella che si è palesata inizialmente alla senatrice e alle forze dell’ordine, sebbene poi, grazie anche al racconto dei braccianti (principalmente indiani Sikh), siano emersi altri elementi su cui ora verranno effettuati ulteriori accertamenti. In particolare, come denunciato in questi mesi da In Migrazione e dalla Flai Cgil, sono emersi problemi per quanto riguarda le buste paga dei braccianti. Sulle stesse, in sostanza, pare figurino 12 o 15 ore di giorni lavorativi al mese contro i 20 che di media vengono effettuati.
Ecco che quindi anche le paghe sono di gran lunga inferiori rispetto al minimo sindacale: 3 euro e mezzo l’ora. In quest’azienda, poi, i lavoratori timbrano un vero e proprio badge, il che teoricamente potrebbe consentire di rilevare eventuali irregolarità. Se non fosse che, a quanto pare, le macchinette non siano state tarate per cancellare le date ogni due giorni.
«Durante l’ispezione, è risultata evidente – si legge in una nota della commissione citata da L’Espresso – la presenza attiva dei caporali capaci di determinare un clima di paura per le possibili ritorsioni, compresa ovviamente la cessazione del lavoro, per quanti osano ribellarsi. Si sono presentate evidenti irregolarità, come ritmi di lavoro di circa 12 ore al giorno per sei giorni e mezzo alla settimana».
«Questa è la prima ispezione approfondita. È un passo importante: gli agenti sono rimasti 4 ore e mezzo, hanno bloccato i campi, è stato impossibile ai datori di lavoro – hanno commentato dall’associazione In Migrazione – far scappare i braccianti o prepararli a dare risposte concordate, come al solito. E loro si sono fidati, hanno detto la verità».
A questo punto la documentazione acquisita ieri sarà oggetto di approfondimento nelle sedi opportune e, qualora emergano anomalie, non è esclusa un’audizione dell’impresa in Senato.

Fonte: latinaoggi.eu