Riapriamo il Caso OZARO
Comunicato Stampa
Gervasio Ungolo – Osservatorio Migranti Basilicata
19 febb 2024

I fatti che la cronaca ci raccontano tutti i giorni rispetto a quanto succede all’interno del CPR di Palazzo San Gervasio, non ultimo la presenza dell’elisoccorso intervenuto per dei tentati suicidi oltre che l’intervento continuo dei medici del 118 e ancora il caso di un ragazzo di origine marocchina lasciato fuori dal CPR con una prognosi di 10 giorni, ci pone davanti ad un dubbio e cioè cosa succede all’interno di quelle mura, a quale azioni quotidiane sono sottoposti gli ospiti detenuti.
Questi i fatti che conosciamo perché raccontati dai media, quanto invece non si conosce, e quanto invece è conosciuto solo in parte.
Di Ozaro, giovane nigeriano si sa che è morto e che la salma si trova nel cimitero di Melfi. Non si sanno però tante altre cose: come è arrivato all’ospedale di Melfi? E’ morto in ospedale o dopo essere stato dimesso? E’ entrato già sofferente all’interno del CPR e se è così il suo stato era compatibile con la vita restrittiva di quel luogo? Da quale posto dell’Italia è stato prelevato?
I media ci hanno dato fino ad oggi un quadro frammentato di quanto accaduto così come le testimonianze raccolte spesso non concordano tra di loro.
Proviamo a mettere assieme i pezzi.
E’ arrivato nel CPR nella notte del 5 e 6 ottobre 2022 (testimone senegalese amico di cella) e da quelle che sono le testimonianze è arrivato che stava già molto male e la mattina del 6 ottobre pare sia stato prelevato dall’ambulanza per portarlo all’ospedale. Ma all’ospedale sembra che sia arrivato il 7 ottobre (testimonianza del direttore dell’ospedale di Melfi).
Del luogo della sua morte non si sa molto, si va dalla storia probabile, fantasiosa, che è stato trovato nelle campagne di Melfi (racconto attivista e racconto del Sindaco di Melfi) a quelle più probabili della morte in ospedale o ancora a quella non meno improbabile della morte all’interno del CPR (testimone senegalese amico di cella).
Dalla cartella clinica sembra che in ospedale sia arrivato con le sue gambe (Raja Striscia la Notizia) il pomeriggio del 7 ottobre.
Ognuna di queste storie pone degli interrogativi e probabilmente delle responsabilità.
Se in questi due o tre anni non si fossero succeduti altri fatti e morti il povero Ozaro rimaneva un nome su una croce in un cimitero lontano migliaia di chilometri da casa sua.
Molte sono le risposte che non ci sono sul caso e per questo chiediamo che si aprano delle indagini affinché si giunga alla conoscenza delle cause della sua morte.